Ultratifosi:malcantonese avevi ragione ... meglio Morotti !
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Ultratifosi:malcantonese avevi ragione ... meglio Morotti !
Lugano, viaggio nel nulla assoluto targato Pastorello
Progetto fantomatico, proprietario fasullo, vivaio indebolito, futuro incerto
COSA NON VA
Non si può andare avanti per mesi a sostenere che il proprietario della società è Giambattista Pastorello, quando in realtà costui rappresenta semplicemente il vero padrone, cioè Enrico Preziosi. L’uomo dei giocattoli, invischiato nello scandalo del calcio-scommesse in Italia, non era un nome «spendibile» sulla piazza?
Tutti incantanti dal «progetto». Quale fosse, al di là di generiche e fantasiose dichiarazioni di voler ripotare il Lugano in Super League e addirittura in Champions League, non è mai stato detto. Un progetto per risultare credibile non può essere una semplice enunciazione e gli obiettivi perseguiti devono essere supportati da strategie e piani di finanziamento che nel caso del Lugano erano e sono una nebulosa.
Chi lavora nel settore giovanile si è mosso con infinite difficoltà e il rendimento della squadra U21 ne ha sofferto. Mancanza di pianificazione, rapporti poco chiari tra la squadra di Challenge e quella di 2.
élite sono all’origine di prestazioni negative e demotivazione.
L’ipotesi che la società possa essere venduta a pochi mesi dal suo acquisto è la testimonianza che non esiste nessun progetto, nessun obiettivo e nessuna pianificazione degni di questo nome.
UN TEATRINO DA ORATORIO
TARCISIO BULLO
Un progetto che nessuno ha mai visto ed è una scatola vuota, un proprietario diverso da quello che ci hanno fatto credere per mesi e mesi, una situazione tecnica disastrata che, a dispetto dei roboanti proclami che volevano subito la Super League e addirittura fra pochi anni la Champions, senza vigorose correzioni di rotta potrebbe portare la squadra in Prima lega al termine di questa stagione.
Se non siamo ai tempi degli incubi belardelliani poco ci manca, ma stavolta la situazione è ancora più grave, perché non si può far finta di non sapere che la nuova gestione dell’ AC Lugano si è insediata con il benestare delle autorità cittadine e a dispetto di un’altra cordata che offriva certamente maggiori garanzie. Autorità che addirittura sapevano - o dovevano sapere visto che per tutti era un segreto di Pulcinella - che Giambattista Pastorello non era il vero proprietario della società, acquisita invece coi capitali di Enrico Preziosi. Francamente, non è una bella storia.
Il teatrino oratoriale è andato avanti per mesi, con la complicità di qualche giornalista di corte e la copertura offerta dal palazzo, che ora per bocca del suo capodicastero sport -visto l’altra sera alla Domenica sportiva della TSI - esprime stupore.
Ma il Municipio, con tanto di telecamere, microfoni, macchine fotografiche e giornalisti presenti ad immortalare l’evento, non ha forse incontrato Pastorello e i suoi seguaci per conoscere i contenuti del progetto? Cosa hanno chiesto? Cosa hanno visto?
Noi non sappiamo perché Preziosi avrebbe deciso di incontrare possibili acquirenti per vendere la società pochi mesi dopo che l’ha comprata. Nè se è vero che gli stipendi non arrivano. Evidentemente però, se l’uomo dei giocattoli ha davvero deciso di sbarazzarsi dell’ultima conquista, significa che così com’è l’ AC Lugano inghiotte più risorse di quelle p reventivate e non offre molte prospettive a chi l’ha comprato, nonostante i sostanziosi aiuti dell’ente pubblico e delle aziende che controlla. Il tutto alla faccia del... progetto. Visto quel che è successo in questi mesi, bisogna solo coltivare una speranza:che davvero la società cambi di proprietà al più presto e, soprattutto, che dalla padella non finisca nella brace, passando da Preziosi a Pastorello e ai suoi seguaci. Il loro credito è finito:tolgano il disturbo, per favore.
Progetto fantomatico, proprietario fasullo, vivaio indebolito, futuro incerto
COSA NON VA
Non si può andare avanti per mesi a sostenere che il proprietario della società è Giambattista Pastorello, quando in realtà costui rappresenta semplicemente il vero padrone, cioè Enrico Preziosi. L’uomo dei giocattoli, invischiato nello scandalo del calcio-scommesse in Italia, non era un nome «spendibile» sulla piazza?
Tutti incantanti dal «progetto». Quale fosse, al di là di generiche e fantasiose dichiarazioni di voler ripotare il Lugano in Super League e addirittura in Champions League, non è mai stato detto. Un progetto per risultare credibile non può essere una semplice enunciazione e gli obiettivi perseguiti devono essere supportati da strategie e piani di finanziamento che nel caso del Lugano erano e sono una nebulosa.
Chi lavora nel settore giovanile si è mosso con infinite difficoltà e il rendimento della squadra U21 ne ha sofferto. Mancanza di pianificazione, rapporti poco chiari tra la squadra di Challenge e quella di 2.
élite sono all’origine di prestazioni negative e demotivazione.
L’ipotesi che la società possa essere venduta a pochi mesi dal suo acquisto è la testimonianza che non esiste nessun progetto, nessun obiettivo e nessuna pianificazione degni di questo nome.
UN TEATRINO DA ORATORIO
TARCISIO BULLO
Un progetto che nessuno ha mai visto ed è una scatola vuota, un proprietario diverso da quello che ci hanno fatto credere per mesi e mesi, una situazione tecnica disastrata che, a dispetto dei roboanti proclami che volevano subito la Super League e addirittura fra pochi anni la Champions, senza vigorose correzioni di rotta potrebbe portare la squadra in Prima lega al termine di questa stagione.
Se non siamo ai tempi degli incubi belardelliani poco ci manca, ma stavolta la situazione è ancora più grave, perché non si può far finta di non sapere che la nuova gestione dell’ AC Lugano si è insediata con il benestare delle autorità cittadine e a dispetto di un’altra cordata che offriva certamente maggiori garanzie. Autorità che addirittura sapevano - o dovevano sapere visto che per tutti era un segreto di Pulcinella - che Giambattista Pastorello non era il vero proprietario della società, acquisita invece coi capitali di Enrico Preziosi. Francamente, non è una bella storia.
Il teatrino oratoriale è andato avanti per mesi, con la complicità di qualche giornalista di corte e la copertura offerta dal palazzo, che ora per bocca del suo capodicastero sport -visto l’altra sera alla Domenica sportiva della TSI - esprime stupore.
Ma il Municipio, con tanto di telecamere, microfoni, macchine fotografiche e giornalisti presenti ad immortalare l’evento, non ha forse incontrato Pastorello e i suoi seguaci per conoscere i contenuti del progetto? Cosa hanno chiesto? Cosa hanno visto?
Noi non sappiamo perché Preziosi avrebbe deciso di incontrare possibili acquirenti per vendere la società pochi mesi dopo che l’ha comprata. Nè se è vero che gli stipendi non arrivano. Evidentemente però, se l’uomo dei giocattoli ha davvero deciso di sbarazzarsi dell’ultima conquista, significa che così com’è l’ AC Lugano inghiotte più risorse di quelle p reventivate e non offre molte prospettive a chi l’ha comprato, nonostante i sostanziosi aiuti dell’ente pubblico e delle aziende che controlla. Il tutto alla faccia del... progetto. Visto quel che è successo in questi mesi, bisogna solo coltivare una speranza:che davvero la società cambi di proprietà al più presto e, soprattutto, che dalla padella non finisca nella brace, passando da Preziosi a Pastorello e ai suoi seguaci. Il loro credito è finito:tolgano il disturbo, per favore.
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